Il Vescovo, Mons. Giuseppe Marciante, desidera anche coinvolgere nei lavori sinodali la preziosa e carismatica presenza della nostra giovane popolazione scolastica per aiutare la Chiesa di Cefalù a far germogliare sogni, suscitare profezie e visioni, far fiorire speranze, stimolare fiducia, fasciare ferite, intrecciare relazioni, risuscitare un’alba di speranza, imparare l’uno dall’altro, e creare un immaginario positivo che illumini le menti, riscaldi i cuori, ridoni forza alle mani.
Vogliamo portare e tradurre con il Vostro consenso nell’ambiente scolastico i valori costitutivi di una Chiesa sinodale attraverso la presentazione di un materiale didattico utile e importante, -che qui viele allegato-,costituito di disegni da colorare, contenuti video, narrazioni letterarie, dispense, elaborazioni di testi.
Il materiale didattico è il frutto di diversi incontri e confronti dei nostri insegnanti di Religione Cattolica nei diversi ordini di Scuola. Esso verrà pubblicato dalla diocesi di Cefalù per indicare alla nostra cara popolazione scolastica il sinodo come stile di vita che rivela il valore della parola come impegno e responsabilità e presenta il dialogo come condivisione di ideali e relazione umana.
Le attività scolastiche, proposte nel materiale che presentiamo, aiutano gli alunni e le alunne, preparandoli al futuro, a sviluppare l’intelligenza emotiva, a socializzare tra di loro, a coinvolgersi in un progetto condiviso e inclusivo di apprendimento, in cui nessuno viene discriminato e escluso e gli stessi insegnati sono inclusivi.
Gli alunni e le alunne vengono così formati a lavorare insieme in classe e a gestire concretamente i loro rapporti con i compagni e i professori in un processo di ricerca della verità e di riconoscimento della dignità ad ogni essere umano. Una classe, in cui gli alunni e le alunne sono completamente diversi, può trasformarsi in un grande laboratorio in cui tutti apprendono l’arte del rispetto, dell’ascolto, della fiducia, della libertà, della cura e della premura.
L’incontro, l’ascolto e il dialogo, che non è una molteplicità di monologhi, costruiscono uno stile di vita che, aiutando nell’amicizia sociale, si fa la via maestra verso una nuova cultura, perché si presuppone il rispetto sincero del punto di vista dell’altro.
Cefalù, 13 febbraio 2021
Carissimi docenti,
Un affettuoso saluto.
Viviamo un momento veramente difficile. Permettetemi alcune considerazioni. Ogni giorno il Covid-19, il nostro comune nemico, subdolo e imprevedibile, nelle sue terribili varianti, ci rimette potentemente di fronte alla malattia e alla morte. Ognuno di noi potrebbe anche esserne contagiato. Nessuno di noi è un’isola. La malattia e la morte di ogni persona umiliano tutti noi, perché tutti siamo parte dell’umanità.
Registriamo una grave e profonda caduta e decadenza nelle relazioni umane. La persona umana e la sua dignità trascendente sono mortificate ed ignorate. La pandemia ha fatto fortemente emergere il bisogno di avere rapporti umani. Salutare e quanto mai opportuna, per la nostra cara Popolazione scolastica, è stata l’attivazione delle piattaforme educative informatiche. Nonostante questo sforzo, purtroppo, molti bambini e adolescenti sono rimasti indietro nel naturale processo di sviluppo pedagogico.
Constatiamo con amarezza il grave danno che è stato prodotto dall’aumento della didattica a distanza, dall’uso di internet e, in genere, delle altre forme di comunicazione virtuali. I bambini e gli adolescenti, molto dipendenti da questi strumenti, si presentano più vulnerabili e sovraesposti alle attività criminali online.
Papa Francesco asserisce con fermezza: assistiamo a una sorta di “catastrofe educativa” [Videomessaggio in occasione dell’Incontro “Global compact on education. Together to look beyond” (15 ottobre 2020)].
Sarebbe cosa buona e giusta impegnarci ulteriormente per il bene delle nostre future generazioni e dell’intera popolazione diocesana. Non possiamo rimanere inerti dinanzi a questa “catastrofe educativa”. Siamo chiamati a rinnovare il nostro impegno educativo, coinvolgendo tutte le componenti della società civile presenti ed operanti sul nostro territorio.
Il futuro dell’educazione e della formazione non può essere la divisione, l’impoverimento delle facoltà di pensiero e d’immaginazione, di ascolto, di dialogo e di mutua comprensione. L’educazione e la formazione costituiscono il naturale antidoto alla cultura individualistica, che a volte degenera in vero e proprio culto dell'io e nel primato dell’indifferenza (ibidem).
Desidero confrontarmi con voi su queste tematiche. Considero assolutamente importante istituzionalizzare con voi un confronto di esperienze e di idee. Nella lettera che ho osato scrivervi in occasione del Natale e dell’Anno Nuovo, auspicavo che si realizzasse l’inizio di un cammino sinodale in ordine all’universo mondo della Scuola. Invano. Mi hanno raggiunto, attraverso l’email, appena tra docenti! Silenzio… indifferenza… A voi l’ardua sentenza.
Vi informiamo che sabato prossimo, 20 febbraio 2021, così come è stato calendarizzato nella Agenda pastorale 2020-2021, alle ore 16,00 ci incontreremo per un momento di riflessione sul mistero pasquale, lasciandoci illuminare dall’esperienza di Nicodemo (Gv 3,1-21).
In questa occasione mi sembra assolutamente opportuno scambiarci le esperienze didattiche. Così da sfatare alcune osservazioni. È interessante ed utile far conoscere all’opinione pubblica quanto si stia realmente facendo da parte dei docenti di religione cattolica per il bene dei bambini e dei giovani nella Diocesi di Cefalù, in questo tempo di grave crisi pandemica.
L’incontro si svolgerà da remoto, sulla piattaforma che qui vi viene indicata in allegato, di cui avete prontamente le credenziali di accesso.
Affettuosamente
Salvatore Vacca ofmcap.
Carissima Scuola,
in questi giorni ti ho pensato tantissimo. Ti ho pensato come tuo figlio: uno dei tuoi tantissimi figli di quelli con “i capelli bianchi”. Ti ho pensato con quella sconfinata gratitudine propria di quanti hanno la continua consapevolezza che tu, come una vera madre, hai sempre a testa alta portato avanti una missione preziosissima: umanizzare la vita. Lo hai fatto, forse senza averne mai avuto una lucida consapevolezza, indicandoci la via della sinodalità, quella da percorrere insieme alle famiglie, alla parrocchia, alle varie amministrazioni comunali.
A tutta quanta la comunità.
Ci hai additato quanto un saggio proverbio africano afferma: «Per educare un bambino serve un intero villaggio».
Eppure, qualche volta ti abbiamo lasciata da sola. Non possiamo farlo adesso, in questo tempo di emergenza in cui sono improvvisamente venute fuori tutte le emergenze. Dobbiamo starti accanto.
Questa lettera ne vuole essere un semplice segno a nome personale mio e della Chiesa tutta di Cefalù. All’inizio di questo particolare e travagliatissimo nuovo anno scolastico t’immagino come quella madre che è stata costretta a cambiare il suo “vestito”, ma non il suo cuore e la sua mente.
O meglio, un virus invisibile, un potentissimo nemico per la vita delle nostre comunità, ti ha imposto di indossarne due.
Accanto al “grembiule” del servizio, il “camice” della prudenza. Due abiti che, in questo tempo di pandemia, pare vogliano rimarcare l’impellente urgenza di procedere con più determinazione alla realizzazione di un grande “villaggio dell’educazione”.
Ogni cittadina, comune, piccolo borgo con ogni sua agenzia educativa è chiamata a custodire e coltivare la vita, la crescita, l’umanizzazione dei nostri figli. È un appello che dobbiamo accogliere e abbracciare.
Ogni comunità deve rendersi disponibile a mettersi al servizio della comunità.
Il Coronavirus con il suo seminare rispettabilissime paure, col suo obbligarci al distanziamento sociale, non può proibirci di fare in modo che comprendiamo che sia giunta l’ora che veda la comunità chiamata a educare e a servire la comunità.
Non siamo di fronte a un gioco bellissimo o retorico di parole. Il COVID-19 ci impone di mettere in rete energie, talenti, competenze, ruoli. Di unire i nostri sforzi in una sorta di alleanza educativa.
Già lo scorso anno Papa Francesco ci aveva parlato di patto educativo globale: «di convergenza globale per un’educazione che sappia farsi portatrice di un’alleanza tra i docenti, gli studenti, le famiglie, la società civile» (Messaggio per il lancio del patto educativo, Settembre 2019).
Carissima Scuola,
in questa accattivante sfida, tu dovrai continuare a mostrarti come quella mamma sempre in corsa. Come colei che sa prendere per mano i suoi bambini. Dai loro primi passi fino alla piena giovinezza. Li dovrai ancora accompagnare quasi tutti davanti alla porta, alla quale è sempre più difficile accedere, dell'agognato lavoro Quella meta che gratifica ogni tua fatica. Tutto il tuo sudore.
In questi giorni stai ritrovando il tuo ossigeno, riprendi a vivere in pienezza questa missione che ti appartiene e sostiene, come le ossa lo fanno per il nostro corpo.
I cancelli degli asili nido, delle scuole dell’infanzia, della primaria, della secondaria di primo e secondo grado ritornano a spalancarsi.
È il modo più significativo e più bello di riaprire le porte alla vita, al futuro: alla speranza.
E poi, va gridato alle coscienze di tutti che la cultura, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi alla delinquenza, alla criminalità.
Carissima Scuola,
potrebbe sembrare di trovarti e di trovarci in un oceano di contrasti, di nodi non scioglibili, nel quale sei al tempo stesso vittima e protagonista. Accartocciata e intrappolata.
È vero, la pandemia apre i tuoi cancelli a percorsi e metodi pedagogici che ci impongono non facili cambiamenti, dettati dalla voce della prudenza che diviene la carità che custodisce la vita dei grandi e dei piccoli.
Di maestri e discepoli.
Eppure, questo nutrito “assembramento” di cambiamenti di regole, di comportamenti, del tuo modus vivendi, dietro l’allarme del contagio, può e deve educarci a relazioni che ci guidano, con la bussola del sacrificio, sulla via del rispetto, della cura, dell’attenzione verso l’altro, verso il prossimo più prossimo. Ogni mattina tra le mura delle scuole, e ancora prima tra quelle delle case, suoneranno per tutti delle campanelle che ci chiamano come non mai a scoprire o riscoprire il senso e il valore della vita vissuta tra le “aule” della quotidianità.
Ci diramano un’allerta salvavita: «Uscite da possibili tendenze a chiusure o isolamenti».
Carissima Scuola,
tu hai l’arduo compito di fronteggiare e azzerare il triste e visibile fenomeno di “egolatria”.
Sappiamo entrambi che può trasformarsi in una “pandemia” letale che rischia di togliere il respiro alla categoria della fraternità, alle vocali e consonanti che scrivono ogni relazione: solidarietà, dialogo, confronto, reciprocità e generosità.
Il Coronavirus lascia in eredità anche a te questa sfida nella cornice di un patto educativo globale: allontanare i nostri figli, le nostre comunità dalla cultura dello scarto e dell’indifferenza.
Carissima Scuola,
hai unito intere generazioni: sai tessere con il ricamo dell’aggiornamento e della formazione permanente la tela delle relazioni intergenerazionali. Sei riuscita a farlo nei mesi del lockdown con la didattica a distanza con tenacia e alto senso di responsabilità, con la pazienza e la passione dei tuoi docenti. Spiazzando tutti, ci hai testimoniato che le tue ginocchia, braccia e mani non hanno mai conosciuto forme di artrite o artrosi. Sai abbracciare e sai camminare. Col tempo, con la storia e con la vita.
In questo incrocio di cammini e di abbracci, accogli anche il mio abbraccio benedicente.
Vuole raggiungere tutti: ogni dirigente scolastico, ogni docente, tutto il personale scolastico; ogni bambino, ragazzo, adolescente, giovane che abita la tua casa e ogni famiglia che ruota attorno a questa casa.
Un abbraccio rivestito di evangelica tenerezza voglio donarlo agli insegnanti e ai bambini costretti per seri motivi di salute a seguire in diretta ma solo con cuore l’apertura del nuovo anno scolastico.
Penso ai bambini diabetici, con patologie cardiologiche severe, alle insegnanti dentro il tunnel della chemioterapia.
Nella mia preghiera Voi che fate parte del forte esercito delle persone fragili avrete un posto insostituibile. Aiutateci con la vostra dolorosissima assenza a trasmetterci la “mistica” di vivere insieme.
✠ Giuseppe Marciante
Vescovo di Cefalù
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